Le mafie sono … cosa nostra
Perché bisogna ricordare
Il ricordo e la memoria da sempre hanno dato fiato alle nostre civiltà e tanto più spazio riescono a ritagliarsi tanto più sono la cifra della maturità di una società civile.
Il riconoscimento del passato, degli uomini e degli eventi che li hanno coinvolti, del loro posizionamento nella storia sono un modo per conferirgli la dignità che meritano e magari restituire qualcosa che è stato loro tolto.
Se crediamo a questo comprendiamo quanto importante possa essere il 21 marzo, primo giorno di primavera, riconosciuto dal 2017 con la legge dello Stato n. 20 come “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” (non della mafia, a indicare che si tratta di vari fenomeni che si ispirano a un sistema preciso).
Questa giornata nazionale, che si celebra dal 1996, ha visto migliaia di persone sfilare in diverse città d’Italia e poi attendere in silenzio che uno dopo l’altro venga pronunciato ad alta voce il nome di tante persone innocenti che hanno perso la vita a causa dei soprusi violenti, a volte inauditi e bestiali, a volte subdoli, a opera delle varie organizzazioni mafiose. Organizzazioni che, oramai lo sappiamo e non possiamo fingere che sia diversamente, non risparmiano nessun aspetto della nostra vita sociale ed economica e nessuna regione d’Italia: hanno una innata capacità di infiltrarsi e far germogliare ovunque il proprio interesse delittuoso.
Se le vittime delle organizzazioni mafiose hanno perso la vita in un silenzio soffocato e omertoso, a volte anche disperato e violento, almeno per un giorno – con il loro nome – si fa memoria della storia di vita di ciascuna di esse, storia di vita spesso costellata di sacrificio e strenua testimonianza e di lotta per la giustizia esercitata in diversi ambiti e modi.
Ogni vittima va ricordata!
In occasione del primo anniversario della strage di Capaci (Palermo), avvenuta il 23 maggio 1992, Carmela si avvicina a don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e gli dice: “Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? E’ morto come gli altri”. Ecco, dall’amarezza composta di una mamma è … nato l’elenco delle vittime delle mafie che viene pronunciato ad alta voce nelle piazze d’Italia il 21 marzo di ogni anno – per il 2018 saranno oltre 970 nomi!
Attorno al 21 marzo sono molte le iniziative culturali e i dibattiti anche nelle scuole, organizzati grazie ai presìdi locali di Libera, per far crescere la cultura della onestà e soffocare quella dell’omertà e del silenzio soprattutto nei giovani.
21 marzo 2018
Quest’anno il raduno nazionale, intitolato ”Terra, solchi di verità e giustizia“ si tiene a Foggia, provincia violentemente martoriata della bella Puglia da faide che ancora sparano e uccidono (nel 2017 sono morte ammazzate 19 persone). In contemporanea ci svolgeranno analoghe manifestazioni in molte città italiane e anche dell’America latina, dove i sistemi mafiosi sono infiltrati e confusi con la malavita comune e dove ultimamente si è sviluppato da parte delle autorità civili un grande interesse per il meccanismo di trasformazione dei territori e beni confiscati alle mafie in ‘restituzione sociale’.
A Padova, dove è nata la mafia del Brenta (di nuovo agli onori delle cronache in questi giorni) e la associazione mafiosa Aspide, il 21 marzo vi sarà un raduno con partenza da Prato della Valle alle ore 9.00 per concludersi in Piazza Eremitani; ma per tutta la settimana si svolgeranno eventi in preparazione a questa giornata.
Per Piove di Sacco il programma degli eventi è riportato nella locandina.
in ricordo delle vittime innocenti delle mafie 2018