Siamo una comunità cristiana perché ‘celebriamo’ insieme: la Comunità non è costituita dall’essere fratelli o amici, ma dal nostro ritrovarci insieme per celebrare la Liturgia della Parola e della Eucarestia. Proprio questo ci distingue. Ecco perché è importante la cura attenta per i gesti, i segni, le parole e i silenzi proposti dalla liturgia festiva, e l’impegno che per questo ci coinvolge tutti.
Domenica 17 novembre scorso è stato distribuito e raccolto ai partecipanti di tutte le sante Messe un Questionario con alcune domande su come è vissuta qui a Sant’Anna la Liturgia domenicale.
Sono state raccolte più di 400 risposte – un numero davvero importante, che ci insegna una cosa preziosa: coloro che partecipano alle celebrazioni sono interessati al modo in cui vengono proposte e si svolgono.
Che cosa ci raccontano le risposte che abbiamo raccolto?
Anzitutto è emerso che a Sant’Anna siamo fortunati perché la chiesa – il luogo dove celebriamo – è
luminosa e ospitale , e soprattutto chi vi entra si sente accolto e parte di una comunità (in 384 su 410 hanno dato testimonianza di questo). Si nota però che nonostante tutto, molto spesso vengono lasciati vuoti i banchi delle prime file vicino all’altare, mentre dovrebbero essere i primi che vengono occupati!
E’ molto apprezzata la ‘cura’ del luogo (a parte l’aria condizionata, che non funziona!): chiesa pulita, bei fiori, arredi sobri ma significativi. Per quasi la metà di chi ha risposto è il canto che aiuta e asseconda la preghiera (assai apprezzato), perciò dovrebbe esserci in tutte le celebrazioni: per accompagnare l’assemblea senza sovrastarla. E così, la proclamazione della Parola potrebbe essere più curata nella forma, in particolare con una migliore preparazione dei lettori, l’uso adeguato dei microfoni, la alternanza dei lettori, la omelia più semplice e attualizzata.
Si ritiene importante anche dedicare tempo al silenzio e alla riflessione
personale , alcuni di noi pensano che sia utile comunque spiegare brevemente ma con chiarezza il perché di certi segni e di certi momenti della Messa.
Non siamo noi che scegliamo chi partecipa alle nostre liturgie, per cui se non possiamo fare nulla per rendere l’assemblea più giovane come, in tanti, vorremmo!
Possiamo però adoperarci per prenderci cura di tutti: dei giovani, degli adulti, degli anziani, delle persone che sono alla ricerca di un senso, di chi è ammalato. Un cenno a parte è stato rivolto, in molti questionari, alle famiglie che partecipano con iloro bambini: questi solitamente sono accolti nella cappellina dove trovano fogli ‘liturgici’ da colorare, ma forse si potrebbe pensare anche ad altre soluzioni per renderli, con le loro famiglie, ancora più partecipi.
Poche persone hanno scritto di venire a Messa per assolvere al precetto,in 240 invece testimoniano
che la partecipazione alla Liturgia festiva è importante per la loro vita e porta sentimenti di serenità, di impegno, di comunità. Come era lecito aspettarsi, i Questionari che la comunità di Sant’Anna ha presentato raccontano una realtà bella e vivace, con tanti aspetti gioiosi e comunque importanti
per la vita di ciascuno. E poi tante cose, piccole e grandi, che occorre invece rivedere , risistemare, condividere in maniera diversa: un impegno da prenderci, passi nuovi e magari faticosi da fare.
Ma questi siamo noi, questa è la nostra Comunità : ecco perché pensiamo sia importante il coinvolgimento di tutti, di ciascuno di noi come sa e come può.
Nessuno si senta tagliato fuori, nessuno si senta inadeguato o fuori posto.
La Comunità è la Liturgia partecipata dall’impegno di tutti e di ciascuno, senza primi né ultimi.